La Storia di Napoli

Leggenda narra che Napoli sia nata dalla sirena Partenope che vi si rifugiò con il suo innamorato ed effettivamente la città di Parthenope è esistita, sebbene è verosimile fosse stata fondata da coloni greci. Sempre i Greci diedero poi vita a Palepolis, la città vecchia, vicina alla quale sorse Neapolis, la città nuova, successivamente conquistata dai Romani.

Nel Medioevo si insediarono a Napoli i Bizantini e nel 1139 arrivarono i Normanni, guidati da Ruggero II, i quali favorirono la crescita del capoluogo campano, destinato a diventare la capitale del Regno Angioino quando, alla fine del XII secolo, entrò tra i possedimenti di Carlo I d'Angiò.

Durante la dominazione angioina Napoli fiorì, forte anche del suo ruolo di capitale dopo la perdita dei territori siciliani in seguito ai moti dei Vespri. Divenne una delle città più importanti d'Italia, sia dal punto di vista politico che culturale, meta prediletta da molti artisti i quali trovarono in Napoli una seconda patria e contribuirono al suo splendore.

La fama di Napoli rimase immutata con gli Arogenesi che succedettero agli Angoini conquistando la città partenopea nel 1442, dopo un lungo assedio. Napoli ospitò quindi la corte spagnola, ampliò i propri confini e si arricchì di opere d'arte e di istituzioni culturali, eppure serpeggiava il malcontento popolare, già manifestatosi nel corso della dominazione angioina.

Il popolo napoletano, in particolare i ceti più umili, partecipavano, infatti, in gran parte alle spese reali subendo un'aspra tassazione e risultando al contempo esclusi dal potere saldamente in mano a notabili scelti dagli Spagnoli.

Fra le tante sollevazioni popolari ricordiamo quella di Masaniello, il pescatore che nel luglio 1647 guidò i concittadini contro il vicerè insediato dagli Aragonesi ottenendo una vittoria, forse effimera nei suoi effetti ma indubbiamente significativa dal punto di vista simbolico.

Accanto alla rivolta popolare ricordiamo pure una ribellione della nobiltà, ovvero la congiura dei Macchia che agli inizi del Settecento cercò di rovesciare il vicerè approfittando della guerra per la successione spagnola, la quale determinò l'affermazione degli Austriaci che governarono su Napoli tra il 1707 e il 1734.

Nel 1734 Napoli rientrò tra i domini dei Borbone con Carlo III il quale, seguito dal suo successore Ferdinando IV, si impegnò nella pratica di un governo illuminato capace d'includere la nobiltà partenopea.

L'esperienza proseguì fino all'entrata in città delle truppe napoleoniche e alla conseguente instaurazione della Repubblica nel gennaio 1799, la quale resistette per soli cinque mesi dal momento che i Borboni riuscirono nell'intento di riaffermare il proprio potere.

Nel 1806 i Francesi occuparono poi Napoli, insediando al governo Giuseppe Bonaparte e successivamente Gioacchino Murat, fino a che la Restaurazione non riportò i Borbone alla guida della città annessa all'Italia nel 1860.

 

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